Domenica, 19 Marzo 2023 06:51

“Dentro la Costituzione” - Sul decreto-legge "Migranti" n. 20/2023: dubbi di Costituzionalità  in merito alla soppressione del respingimento per motivi familiari In evidenza

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Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 19 marzo 2023 - Il Governo della Repubblica ha adottato il decreto-legge 10 marzo 2023, n. 20 con il quale si interviene, dopo la tragedia di Cutro (Provincia di Crotone), sia per contrastare l'immigrazione clandestina, sia per garantire l'ingresso regolare dei lavoratori stranieri nel territorio nazionale.

In particolare, la disposizione normativa dell'art. 7 abroga l'art. 19, comma 1, del d.lgs. n. 286/1998 e successive modificazioni (Testo unico sull'immigrazione) ove era disciplinato il divieto di respingimento o espulsione quando rilevava una possibile violazione del diritto alla vita privata e familiare del richiedente (concetto vago e generico) anche in considerazione della natura e dell'effettività  dei vincoli familiari dell'interessato.

Una soppressione fortemente voluta dalla Lega-Salvini Premier, ma sulla quale il Quirinale ha espresso perplessità  augurandosi, in occasione della conversione in legge formale da parte delle Camere entro il termine perentorio di sessanta giorni, modifiche.

Fratelli d'Italia e da Forza Italia sono orientate ad accoglierle. Si tratta di una scelta, sebbene condivisibile sul piano politico in quanto volta a porre un piccolo freno ad un fenomeno immigratorio sempre più incontrollato, implicante una abrogazione che presenta, ad avviso di chi scrive, dubbi di costituzionalità.

La Convenzione di Ginevra del 1951 inerente allo status di rifugiato se, da un lato, non contiene una definizione di persecuzione, dall'altro questa deve essere interpretata alla luce della normativa internazionale vigente in materia di diritti umani. Il d.lgs. n. 251/2007 e successive modifiche, che attua sul piano interno la direttiva CE n. 83/2004, prevede, all'art. 7, comma 1, lett. a), che tra i diritti umani, la cui lesione può implicare un atto persecutorio, vi siano (sia pure con riferimento non esclusivo) quelli inderogabili di cui all'art. 15, paragrafo 2, della CEDU (Convenzione europea dei diritti umani). Il diritto al rispetto della vita privata e familiare, ex art. 8 CEDU, è ovviamente incluso tra questi. Ne consegue, quindi, visto il possibile contrasto del decreto-legge n. 20/2023 con la legge che ha autorizzato la ratifica della Convenzione di Roma del 1950 (la CEDU), la n. 848/1955, e con lo stesso d.lgs. n. 251/2007, l'incostituzionalità della disposizione normativa di cui all'art. 7 per violazione del parametro interposto (sentt. n. 348 e n. 349 del 2007 della Corte costituzionale) e, dunque, indirettamente del comma 1 dell'art. 117, comma 1, della Costituzione che impone alla legislazione statale il rispetto degli obblighi internazionali e comunitari.

Questo sta a significare, al di là della retorica governativa, che lo spazio di intervento degli Esecutivi in materia immigratoria è "interstiziale".

O invertiamo la nostra politica, ponendo seriamente il problema della permanenza dell'Italia nell'Unione Europea, o questo Paese è finito.

 

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(Daniele Trabucco)

 

(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
 
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.